(Argonauta Records) Giunge al debutto questa band classificata come sludge/stoner, anche se il suono che esce dai cinque brani è capace di prendere altre strade. Intanto la doppia voce, la quale spazia dalle urla al, all’impostazione thrash fino al corale, è una componente sicuramente diversa e piacevolmente fuori norma, poi i tipici riff del genere vengono alterati da divagazioni che vagano dagli spunti melodici al post metal, toccando anche generi (blues… forse anche jazz) non strettamente metal. “Kaleidogscope” è la conferma di questo concetto, brano capace di alternare ambientazioni suggestive a sferzate sludge prive di pietà… con quel finale provocante, oscuro, musica che potrebbe accentare delle scene di ‘Twin Peaks’ per poi accrescere la componente psichedelica. Più rocambolesca “Dakhma”, un po’ thrashy… un brano che rinchiude un assolo potenzialmente irresistibile. Più pesante ma anche ricca di geniale complessità “Reverse Satyr”, sludge con isterismi punk e approfondimenti doom su “The End”, mentre la conclusiva “Absinthe” alterna altro sludge ad una teatralità sicuramente non tipica del genere. Tutte le divagazioni degli Athon sono genialmente proposte: si denota un dominio degli arrangiamenti immenso, cosa non scontata per una band al debutto. “Athon” materializza disturbo, destabilizza, sconvolge e affascina in modo subdolamente attraente. Se pensiamo che questo quartetto italiano è nato come cover band… si può affermare che i ragazzi di strada ne hanno fatta… e che ne potranno fare ancora molta!

(Luca Zakk) Voto: 8/10