(Revalve Records) Seconda prova in studio per il quintetto di Grosseto che con “Through The Mirror” riparte da quanto di buono aveva mostrato nel dedutto del 2016 “Are You Alive?”. Visti di spalla a formazioni storiche come Armored Saint e Iced Earth, i giovani musicisti toscani snocciolano dieci pezzi di heavy metal compatto ed ispirato nel quale, alla giusta dose di tradizione, si affiancano spunti personali degni di nota. Se il metal classico di matrice statunitense è il tratto comune che lega le diverse composizioni, in ogni canzone si scorge una scintilla unica che dona un suono ora thrash, ora quasi dal sapore progressive. Partendo dalla complessa “Waters of the Acheron”, passando dalla strumentale title-track o dall’aggressiva “Sadness n’ Tears”, traspare cristallino il talento che gli Athrox possono mettere sul piatto. Una conoscenza della materia notevole che permette ai nostri di destreggiarsi abilmente nei 50 minuti di questo “Through The Mirror”, coinvolgendo e conquistando l’interesse del fruitore ascolto dopo ascolto. Se tutti i musicisti coinvolti dimostrano di avere una buona preparazione, mi sembra doveroso un encomio al lavoro svolto dietro al microfono da Giancarlo “IAN” Picchianti, capace di donare potenza e profondità ai brani in ogni occasione. La resa generale del secondo capitolo dei toscani è arricchita oltretutto dalla produzione ed il mixing curati da Giuseppe Orlando presso i suoi OuterSound Studio che ha garantito suoni definiti e moderni senza scadere in una plasticosità eccessiva. La scommessa portata avanti dalla Revalve Records pare quindi vinta; a mio parere gli Athrox dimostrano infatti di avere le carte in regola per acquisire consensi anche al di fuori dei confini nazionali, se sapranno mantenere lo stesso livello compositivo anche nelle prossime uscite. È sempre un piacere poter spendere belle parole per una giovane formazione italiana che va ad arricchire le schiere dell’underground nostrano, capace negli ultimi tempi di donare notevoli soddisfazioni, più o meno inaspettate.

(Davide Galli) Voto: 7,5/10