(Sleeping Church Records) Attivi sin dal 2007 e recentemente riformatisi, gli Atolah hanno saggiamente deciso di ristampare i loro primi due EP, riprendendo integralmente il titolo del loro secondo lavoro, targato 2012. Ecco quindi otto tracce di stoner doom molto peculiari nei suoni e per nulla anacronistici, specie se si considera la registrazione, davvero molto buona per delle uscite originariamente immesse nel mercato in modo quasi amatoriale. Gli australiani non hanno mai nascosto musicalmente il loro amore per i Black Sabbath, come si può ascoltare sin dalle loro primissime tracce. Un amore che comunque non ha impedito loro di introdurre anche degli elementi personali e peculiari, che comunque non vanno ad intaccare una struttura canzone che non si adagia mai nelle lunghe trame del doom moderno, assestando la lunghezza media delle tracce in 5-6 minuti. Ma questo non ha impedito ai nostri di imprimere una certa dose di pesantezza e solennità alle tracce. Salta subito all’orecchio, invece, la totale assenza del comparto vocale. Scelta coraggiosa all’epoca e rimasta tale, visto che in questo sottogenere le parti vocali sono invece molto importanti per spezzare proprio quella pesantezza poc’anzi nominata. Nel complesso, una piccola gemma da riscoprire, grazie alla Sleeping Church Records…

(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10