(Nuclear Blast Records) Tuomas Holopainen, mastermind dei Nightwish ha avuto un’idea… e l’ha battezzata ‘Auri’. Ha chiamato il collega (nei Nightwish) Troy Donockley e l’ugola fantastica della moglie Johanna Kurkela. Infine ha messo in piedi un debutto pazzesco, intenso, coinvolgente. Metal? Manco l’ombra. Atmosfera? Infinita. Magia? Illimitata. Malinconia? Intensa. Luminosità… sentimenti? In quantità immensa. Auri è una fanciulla ispirata dai libri di Patrick Rothfuss (scrittore americano di romanzi epic/fantasy), e c’è molto della sostanza di una “Alice nel paese delle meraviglie” di altri tempi. Undici brani, quasi un’ora di musica pregna di spiritualità, di sogno, di una dimensione che si sposa meravigliosamente con le sterminate lande della terra d’origine dei musicisti. “The Space Between” è energica, tribale, spaziale… e la voce fantastica di Johanna dilaga con splendore su un tappeto ritmico digitale favoloso. Più introspettiva e rituale “I Hope Your World is Kind”. Troy Donockley inizia a farsi sentire con i suoi strumenti etnici sulla bellissima “Skeleton Tree”, un brano folcloristico dal sapore vagamente orientale, con deviazioni di origine scozzese, di matrice sinfonico… tanto che non posso non portare la memoria verso gli Enigma. Pura armonia con “Desert Flower” e “Night 13”. Suggestiva e provocante “See”, un beat sensuale con la voce semplicemente favolosa. Strana, brillante e ricca di pulsazioni etniche “Aphrodite Rising”… brano con una performance vocale esemplare. Stupende deviazioni celtiche con la conclusiva “Them Thar Chanterelles”. Album dolce, intenso, musicale, luminoso, ricco di pace e di fantasia. Non c’era dubbio che Mr. Nightwish potesse dar vita a qualcosa di grandioso, ma francamente temevo una eccessiva similitudine con il suo progetto principale. Ma questi Auri vivono di vita propria, di creatività distintiva… ed il risultato supera di gran lunga le mie aspettative!

(Luca Zakk) Voto: 8/10