(Inside Out Music / Sony Music) Secondo album e secondo concept per Avkrvst, formazione norvegese dedita a un prog rock molto personale e raffinato, il quale pesca sicuramente dai grandi nomi del passato, rileggendo però tutto in chiave moderna e proiettata al futuro. Le trame musicali sono profonde ed intricate, fondendosi alla perfezione con la drammaticità della storia che si svolge nella parte rurale della Norvegia e narra di abusi avvenuti in un contesto famigliare. Un intreccio nervoso di basso e batteria apre “Preceding”, brano che si dipana tra archi synth e linee di chitarra sapientemente intrecciate, mentre un passaggio di spoken words introduce a “The Trauma”, grande esempio di prog rock con venature heavy che pesca a piene mani da Porcupine Tree e King Crimson. Decisamente ipnotica “Families Are Forever”, tra melodie alla Genesis e grandiosi groove di basso e batteria, con la voce di Simon Bergseth che alterna chorus eterei ed angelici a growl rabbiosi e disperati. “Conflating Memories” apre con chitarre acustiche e la batteria che disegna una sorta di ticchettio ripetitivo, quasi a rappresentare l’infinito passare del tempo, per poi evolversi con inserti di flauto ed un grande assolo di tastiera nel finale, mentre “The Malevolent” presenta richiami agli Opeth e vede la presenza come ospite Ross Jennings, cantante degli Haken, per quello che si rivela essere il pezzo più breve e diretto del disco. Decisamente heavy ed inquietante “Ghost Of Yesteryear”, in grado di fondere chitarre ribassate ed atmosfere da colonna sonora horror, mentre la lunga title track riassume un po’ tutte le caratteristiche di questo album, dove la band piega al proprio stile le evidenti influenze di Porcupine Tree, Opeth e King Crimson, ma anche Radiohead, Pink Floyd ed ultimi Anathema. Un lavoro ossequioso della lezione impartita da questi grandi nomi, ma animato da uno spirito evolutivo che proietta tali influenze in una dimensione futura.

(Matteo Piotto) Voto: 10/10