(Iron Bonehead  Productions) Al di là del nome lovecraftiano, questa creatura nata nella Pennsylvania, si adagia su tematiche legate ai vampiri, come già nel 2023 il primo album QUI recensito lo lasciava intendere dal titolo: “Nocturnal Vampyric Bewitchment”. “Solitary Forest Necromancy” è marchiato dalle tipiche e approssimative produzioni black metal, per quanto ogni creatura del sogno di Azathoth in questo black metal primordiale, nella vena del vampyric black metal, esponga una sufficiente chiarezza ciò che suona. Con l’ausilio di sintetizzatori a spalleggiare le chitarre, i brani raggiungono momenti epici, con atmosfere gelide ma al contempo malsane. Azathoth’s Dream prediligono un passo veloce ma uno dei pezzi più intensi e accattivanti dell’album è la ruvida e decadente “Coven of the Ancient Black Flame”, quasi totalmente in low tempo. “Solitary Forest Necromancy” si sviluppa in trentacinque minuti e segna un continuo esplodere di ferocia, con riff truci, brevi ma pungenti, una batteria battente, viva ma sepolta dal resto. La stridula, sottile e acuta voce contraddistingue queste fredde, oscure e lunari atmosfere, segnate da un aspetto grezzo che circondano “Solitary Forest Necromancy”.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10