
(Svart Records) Questi sei sono di Boston, negli USA, ma la loro musica è un viaggio interstellare. Heavy metal, o forse proto-metal: un rock pesante, un rock acido, un rock che non rinnega aperture psichedeliche… anzi! La band è formata da gente abituata a muoversi negli ambiti del doom e dei riff di scuola Iommi, mentre gli anni ’70 sono dannatamente presenti, specie per quelle tastiere che riescono a rendere tutto più spaziale, più intergalattico. I riff heavy di “Lightspeed Nights” viaggiano verso galassie remote; si appesantisce “Shadow Rising”… ma riesce pure a rendersi più futuristica, dipingendo con i suoni un futuro concepito nel passato. È irresistibile “Take Me Home”, è inarrestabile “Into the Gleam”, le chitarre fanno scintille su “The Last Horses of Avalon”. In chiusura, l’ossessiva “City Living” e l’epilogo con tracce etniche della sognante “Fire In You Fire In Me”. Dimensioni extraterrestri o forse anche extracorporee, mentre le galassie visitate si frantumano a causa di stelle in decadenza e metallici soli ormai freddi come la morte. Un heavy rock, un heavy metal dal gusto vintage senza però essere affatto vintage… quasi come si trattasse dell’heavy metal degli anni ’70 di una dimensione parallela alla nostra, vicina ma molto lontana, intrappolata in un ambito spazio-temporale incredibilmente remoto.
(Luca Zakk) Voto: 8/10




