(Road To Masochist) È solo il secondo disco (dopo il precedente “Ellipsism”) per questa band inglese attiva da ormai un decennio, anche autrice di alcuni EP, compreso il favoloso “Soft Eyes”). Black metal, black atmosferico, modernità e antichità. Un tempo un inferno di fumo, di metallo fuso e fiamme, di corsi d’acqua avvelenati che strisciavano pigramente tra cumuli di scorie e rifiuti, l’aria greve del tanfo di sostanze chimiche… ogni goccia di pioggia portava fuliggine dento in fondo al cuore. Le torri di questo regno sono ormai crollate e le fauci fiammeggianti si sono spente e raffreddate, eppure tutto rimane in piedi, un monumento al sangue, al sudore e alle lacrime. Una ferita profonda nel paesaggio e una cicatrice sulla brughiera circondata dalle erbe spazzate dal vento e dalle foreste di querce. I serpenti si crogiolano sulle rocce riscaldate dal sole, mentre le ultime fornaci ruggiscono nella valle sottostante. Un luogo di contrasti e di complessità, di storia e si sogni futuri, un contrasto tra resilienza dell’umanità e forza della natura. Sei brani. Sei profondità spirituali. Sei pezzi freschi radicati nella tradizione industriale dell’origine della band di Sheffield. Attingendo alle proprie esperienze personali, i BA’AL hanno esplorato temi come il dolore, la depressione, il suicidio, l’abuso di sostanze e il terrore esistenziale, evocando le intense lotte umane che si svolgono su questo sfondo di elementi disparati e in ogni altro luogo in cui la nostra specie tormentata si è ritagliata una casa… il tutto con aperture melodiche, black efferato e arpeggi intimi, e immense linee vocali variegati, dal teatrale passionale a dimensioni di scream a growl disumane. La progressione che i BA’AL hanno compiuto è mozzafiato e questo album rappresenta un momento spartiacque per la loro storia. Esaltante, estenuante, tanto elementare quanto emotivamente prosciugante e traboccante, farcito di tanti momenti ricchi di magia con ogni canzone incommensurabilmente espansiva. Non importa quanto siano lunghe le loro singole parti, i singoli movimenti, i singoli brani: tutti sembrano contenere molto più di quanto possa mai sembrare possibile, tanto che affermare che questo sia la migliore espressività artistica dei BA’AL è un eufemismo di proporzioni quasi ridicole. Black metal di pregiata fattura. Complesso. Cinico. Superlativo. Intimo. Passionale. Personale ma immensamente concettualmente inclusivo.

(Luca Zakk) Voto: 10/10