(The Sinister Flame) Una band che esiste dal 1992, oltre trent’anni… che arriva solo ora al secondo disco, considerando che il debutto uscì solo due anni fa! Pazzesco? Sicuramente. Sono tedeschi e dentro ci militano nomi che appartengono ad altre realtà quali i leggermente più prolifici Ungod. “De Vermis Mysteriis” è un lavoro offre un black metal essenziale, un po’ antico, lontano dal culto del blast beat e del tremolo ad ogni costo. “Seed of Golgotha” ha un incedere oscuro, quasi doomy: le delicate tastiere innalzano l’atmosfera la quale si stabilizza si un metal tetro, lento, pulsante e coinvolgente. Anche la title track appare lenta, apocalittica e deliziosamente minacciosa… con una componente old school che poi troviamo in chiave thrash sulla poderosa “Kiss of Shame”. Ma i Baxaxaxa non sono banali: il loro disco offre visioni introspettive di ambiti tetri… ed il doom decadente e putrefatto della favolosa “Awaken, the Old Thing in the Ground” permette di riscoprire una chiave antica, decisamente poco attuale degli ambiti perversi della musica estrema, con quell’incedere lento, quasi depressive, dannatamente inquietante e minaccioso. Piccolo capolavoro con “Above the Stellar Gateway”: riff prepotente, decadente, fieramente pregno di malvagità, con quei dettagli che ripotano al doom occulto del nostro paese, con quell’atmosfera sulfurea verso un mid tempo irresistibile. Divagazione sepolcrale con “Decarnation Monument”, prima della monumentale e conclusiva “Necrolatry Libation”, un rituale di oltre dieci minuti che racchiude decadenza, malinconia, condanna e una manifestazione sublime di oscurità rituale, in una espressività che vede bands quali i Marduk tra i maestri in assoluto. Un album pregno di senso primordiale: chitarre, tastiere, ritmi, batteria e voce non cercano alcun suono moderno, sicuramente non appartenente a questo decennio; l’idea di fondo rappresenta una metallo tetro di altre epoche, epoche nelle quali l’oscurità era la componente dominante, senza ricercatezze contorte pensate per forzare una devozione agli inferi che non dovrebbe essere imposta… piuttosto coltivata, percepita, oggetto di spontaneo abbandono.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10