(MeusRecords / Darkhan Music) Ci deve essere un legame tra il black metal e la musica elettronica. Basta pensare a bands come gli Ulver, ma se scaviamo più a fondo torna alla memoria il brano “Journey To The End” dall’album “1184” dei Windir uscito nel 2001. Ora è il turno di Morten Bergeton Iversen, ovvero Teloch dei Mayhem, il quale iniziò a sperimentare con la musica elettronica proprio agli inizi del nuovo millennio, approfondendo la synth wave, la musica creata con i computer (anche quelli d’epoca)… fondendo modernismo con antichità, futuro e anni ’80, dando vita alla base retro-futirstica che, finalmente, ha portato a questo personale debutto ricco di eccitante nostalgia! La musica, la copertina, anche i videoclip: tutto riporta a un’altra epoca ubicata da un fantasioso ieri ed un ipotetico domani e senza dubbio coloro che hanno vissuto da adolescente gli anni ’80 non potranno non rimanere affascinati da questo uragano di tecnologia vintage, questo revival di videogiochi antichi, film horror mitici, film di fantascienza epici con metropoli devastante da conflitti interplanetari. Rocambolesca “Arabian Nights”, un viaggio oltre il sistema solare conosciuto con “Depeche Load“, pulsante “Fort Apache Marina”, brano nel quale Teloch ci infila anche una chitarra elettrica con quel sound speed metal-virtuoso di altri tempi. Si viene catapultati in qualche assurdo scenario virtuale ad 8 bit con “Lambo”, strizzando l’occhio alla copertina raffigurante una Lamborghini Countach digitalizzata (vettura la cui produzione è iniziata a metà anni ’70 ma diventata iconica negli anni ’80). La title track è synth wave sognante, mentre “Natasha – K.G.B” in qualche modo è una forma di tributo alla sopra citata canzone dei Windir, specialmente per la scelta di determinati arrangiamenti e suoni. Psichedelica e iper-digitale “The Demon”, prima delle vibrazioni irresistibili della conclusiva “Valley of Death”. Il lavoro è stato registrato due anni fa, ma a causa della fitta agenda di Mortem con i Mayhem, solo ora “Miami Murder” riesce a vedere una luce del sole annebbiata da potentissimi neon viola. Musica digitale, concettualmente nata quando i computers iniziarono a conquistare il mondo, in un’epoca durante la quale si immaginava un 2020 pieno di astronavi supersoniche capaci di girare attorno al pianeta in pochi minuti (cosa molto diversa dal terrapiattismo o il pandemico “andrà tutto bene” che segnano questo periodo). In tutto questo futurismo sognante, in tutto questo ambire ad un futuro digitale, ecco il tocco di classe: “Miami Murder” viene pubblicato come LP, gatefold, con un sensuale vinile rosa. E pure limitato a 300 copie!

(Luca Zakk) Voto: 10/10