(Century Media Records) ‘Il diavolo è sempre pronto per sottoscrivere quel contratto’. Questo affermano gli americani Bewitcher, ora giunti al terzo album in otto anni di demoniaca attività. Con ben chiaro in testa il concetto che il rock’n’roll è la musica del diavolo, il terzetto di Porland, Oregon, non si abbandona alle tipiche e prevedibili sonorità vicine alle arti oscure, quali doom o black, ma rimangono fedeli ad un metal classico, uno speed metal per la precisione, sferzato da riff incalzanti che invitano costantemente all’headbanging, assoli melodici e travolgenti con a capo quella voce graffiante, capace di evocare il male in tutto il suo mefitico splendore… sulla scia di altri Signori delle Tenebre, quali Alice Cooper, Death SS e i più moderni Tribulation. I fans di questa band vogliono potenza, voglio riff veloci, taglienti… ma i Bewitcher si sono evoluti e, oltre a garantire una consistente dose di metallo rovente, riescono a mettere in piedi anche dei brani meno tirati, ricchi di mid tempo che esaltano quella devozione verso il male. Un esempio palese di questa evoluzione sonora è la bellissima “Valley of the Ravens”, brano che allarga la definizione di ‘musica del male’, con un suggestivo assolo che abbraccia teorie meravigliosamente blues. Speed che insegue il punk con “Death Returns…”, metallo favolosamente antico con l’esplicita “Satanic Magick Attack”, una canzone che farà felici tutti quelli che amano l’heavy satanico di un tempo, prima della complessa suddivisione in decine di sottogeneri. Non c’è solo Satana, ma anche lo spirito di Lemmy che influenza le vibrazioni convulse di “Electric Phantoms”, traccia arricchita da un irresistibile divagazione ritmica costruita su un altro mid tempo poderoso il quale accompagna deciso verso l’ottimo assolo. “Mystifier (White Night City)” ha un incedere oscuro, gotico… tanto che vengono proprio in mente i sopracitati Tribulation, mentre la title track è un assalto frontale spietato… niente prigionieri, nessun rimorso! Grezza e diretta “Metal Burner” seguita da “The Widow’s Blade” la quale mostra le sue varie facce: teatrale, pungente, violenta, melodica… con un assolo assolutamente prorompente. In chiusura la breve ma irriverente “Sign of the Wolf”, brano che in meno di tre minuti comprime riffing letali, metallo diabolico ed un assolo poderoso. Una band che non guarda in faccia a nessuno, forte di un patto con il Diavolo dal quale non hanno nessuna intenzione di recedere. Una band che regala un album vero, sincero, impattante, lontano da fronzoli e ricercatezze moderne. I Bewitcher suonano metallo infuocato, adorano il demonio e regalano la perfetta colonna sonora per i piaceri della carne!

(Luca Zakk) Voto: 8/10