(Pure Underground Records) Avevo apprezzato, e devo dire non poco, “A mighty Metal Axe”, del 2013, ma devo dire che, sette anni dopo, ritrovo i tedeschi Black Hawk con un disco privo di mordente e di spunti di interesse. La settima prova degli amburghesi (mi è sfuggita intanto la sesta, “The End of the World”, del 2017) non riesce, infatti, ad andare oltre i clichees del genere…“Hate” è scarna ma non disprezzabile nella sua carica primordiale heavy/power, ma si capisce subito che se tutto il disco è così non andremo lontano… e tutto il disco è così. La titletrack si mantiene sulle stesse coordinate, heavy sguaiato e grezzo ma che difetta soprattutto nelle linee vocali… power alla Wizard, ma molto di maniera, per “Smoking Guns”, e nello stesso solco ‘muscolare’ si inserisce la sferragliante “Voices from the Dark”. Cadenzata e oscura, ma anche abbastanza monocorde, “The Eyes of the Beast”, ed è legnosa anche la ballad “Bleeding Heart”. Direi che l’unico brano simpatico del lotto è la priestiana “Masters of Metal”, il cui testo è composto unicamente da titoli di brani heavy metal famosi! Ma non credo che questo possa bastare per spingere all’acquisto. Peccato.

(René Urkus) Voto: 6/10