copblackinside2(Red Cat Records) Già con il debut uscito per Underground Symphony (recensito QUI) i napoletani Black Inside avevano dimostrato le proprie ottime capacità; il secondo full-“length”, “A Possession Story”, conferma quanto di buono visto due anni fa. L’heavy/doom/thrash dei campani è, almeno sul territorio italiano, un unicum intrigante e d’impatto! Arcigna l’opener “Men is a Wolf to Men”, brano con un feeling americano che ricorda molto i Metal Church; suggestivo il finale, con l’infinita ripetizione della parola ‘rage’. “The Siege of Jerusalem” rievoca gli orrori delle crociate fra chitarre spigolose e un ottimo break melodico, dai toni molto morbidi; la traccia autotitolata indovina un ottimo refrain, orecchiabile e groovy, che potrebbe far pensare ai Metallica meno tirati. Dal canto suo, “I’m not like you” modernizza la lezione dei Black Sabbath arrivando quasi a toni rockettari, con una chiusa thrasheggiante in accelerazione. “King of the Moon” è una power ballad potente ma anche emozionale, che nella seconda parte si volge a una incalzante NWOBHM; molto varia, con un ottimo lavoro chitarristico la titletrack, che mostra capacità di songwriting davvero d’alta scuola. In scaletta abbiamo addirittura una ballad acustica dai toni vagamente southern, “Forsaking Song”; i nostri hanno addirittura nella manica un asso doomeggiante di oltre otto minuti, “Jeffrey”, che ha alcune strutture alla Candlemass. Segnalo per equità l’unico, piccolo difetto del platter: la pronuncia non sempre perfetta dell’inglese da parte del singer Luigi Martino, per il resto impeccabile con il suo tono roco e graffiante. Una minuzia da rivedere se si pensa – come io spero e come i Black Inside meritano – ai palcoscenici europei.

(René Urkus) Voto: 7,5/10