(Federal Prisoner) Nel 2018 James Hammontree prese a lavorare a questo universo sonoro detto Black Magnet, poi diventato un trio e infine un quartetto e dunque una band a tutti gli effetti. Black Magnet è una proposta industrial che prevede assalti sonori in stile post, metal e punk che siano. Una deriva dall’industrial puro che vede i pezzi dei Black Magnet andarsi a collocare in sinonimie con Al Jourgensen, Trent Rerznor ma non solo. Grunge, nu e groove metal, irrobustiscono i suoni, con chitarre che si poggiano su un’elettronica possente e fluida, con un ritmo che governa ogni cosa. Questo scenario al silicio con le nuvole dell’apocalisse che si addensano, travolgono l’ascoltatore con una buona sfilata di registri ai livelli dell’età d’oro dei due personaggi summenzionati. Perché “Megamantra” deriva completamente da quell’epoca e non ci pensa proprio a offrire uno scenario diverso, soprattutto uno che sia personale dei quattro che formano la band. Posto ciò “Megamantra” risulta accattivante e perfetto per chi negli anni ’90 aveva voglia di perdersi in questi universi sintetici, elaborati, manipolati e ossessivi.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10