(UDR-EMI) Nella bella cornice dello York Opera House, i Blackmore’s Night hanno tenuto lo scorso 30 settembre 2011 un concerto che è stato immortalato per un disco e un dvd. Non starò qui a dirvi che “A Knight in York” è il terzo filmato prodotto dalla band, un po’ perché i Blackmore’s Night vanno ritenuti senza ombra di dubbio una formazione mainstream, che deve sempre avere qualcosa da offrire sugli scaffali dei negozi, e un po’ perché i nostri avranno fatto due conti e si saranno resi conto (lui 67 anni e lei 41) che le cose non potranno andare ancora avanti per molto… in ogni caso il package è naturalmente ben curato, le riprese sono di alta qualità anche se forse un po’ statiche, e il tutto ha un aspetto, per così dire, “rassicurante”, fatto più per il fan di vecchia data o per l’appassionato di folk che per i metallari duri e puri. Ma in fondo non è giusto così? I brani sono scelti principalmente dagli ultimi tre dischi della band (escluso quello natalizio). L’iniziale “Locked within the crystal Ball” è una rielaborazione del classico medievale “Stella Splendens”, mentre “The Circle” è sicuramente il brano che lascia più spazio a Ritchie, con un assolo nel suo stile che sa molto di rock seventies nonostante l’ovvia struttura folk. Sul palco predominano delle soffuse luci blu o rosse, Blackmore è quasi sempre in ombra e tutta l’attenzione è sull’ancora splendida (all’epoca della registrazione aveva appena compiuto 40 anni) Candice Night. Il chitarrista invece suona la maggior parte del tempo su una acustica montata su un sostegno al centro del palco, ma sempre imbracciando anche una elettrica per le parti più vivaci! Il resto della band è immerso in una semplice ma efficace coreografia medievale. In “World of Stone” il palco vede la gradita presenza di una splendida bambina in abito bianco… si tratta naturalmente di Autumn Esmeralda Blackmore, la primogenita della coppia, che nel settembre 2011 aveva 16 mesi. “Toast to Tomorrow” vede alcuni membri della band travestiti (si fa per dire) da Lady Gaga, mentre la lunga “Fires at Midnight” dà la possibilità a Blackmore di esibirsi in acustico. Il finale vede più brani veloci e allegri come “Dance of the Darkness” e “All the Fun of the Fayre”. In definitiva un prodotto nella media, e il mezzo punto in più va al sempre gradito piacere di vedere in azione uno degli inventori dell’heavy metal.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10