(Immaginifica / Aereostella) Album affascinante quanto complesso nonché ampio. David Del Fabro anni fa aveva creato le basi dei pezzi al pianofortee, in seguito la musica concepita è stata trasportata in una dimensione ampia e completa, appunto quella di una band. Con l’ausilio di Luca Zanon (co-autore, tastierista, produttore, ex Virtual Symmetry e tanti altri) e di altri cinque musicisti, “The Dark Presence” si materializza come un’espressione raffinata di tutta la band. Con sonorità vintage e non, con una sostanziosa architettura edificata da tastiere, sintetizzatori, organo, nonché la canonica e fluente chitarra (di Marco Falanga dei Moonlight Haze) e tutto il resto, ogni elemento della band immette una personale e sapiente lettura musicale. L’album è un viaggio all’interno di un simbolismo che va dall’antico Egitto al Medioevo, in un cammino nel quale l’individuo percorre un viaggio interiore, per poi rinascere e intraprendere un nuovo viaggio, quello della propria vita. Discorsi supremi, profondi, filosofici, gnostici e esistenzialisti e per tanto la musica non è da meno. Articolata, mutevole, per un prog rock che guarda ai classici, magari nei suoni, eppure da avere sembianze moderne… anzi, senza tempo! Tra progressioni improvvise e frizzanti, estese e magniloquenti quanto epiche, ed andanti composizioni e suite – l’album ne conta almeno due “The Dark Presence” e “Possessed by Time”, di oltre 11′ e oltre 17′ – con canzoni dal passo svelto o lascivo e narrativo, i Blacksmith Tales accompagnano l’ascoltatore in un lungo viaggio. Forse troppo lungo, visto che in circa 76′ il materiale sonoro estremamente variegato e ricco, quanto fruibile e affascinante in certe sue fasi, richiede comunque non poca attenzione. “The Dark Presence” ha bisogno di impegno da parte dell’ascoltatore… con quel titolo non potrebbe essere altrimenti! Completano la formazione, perché è giusto citare tutti gli attori di questa opera, Michele Guaitoli, cantante per ERA, Visions of Atlantis e Temperance, Beatrice Demori, anche lei voce (Moonlight Haze) nonché curatrice del progetto grafico dell’album, il batterista Stefano De Biasio e il bassista Denis Canciani (ha lavorato con Alice).

(Alberto Vitale) Voto: 8/10