(Listenable Records) Siamo negli anni 70. Ogni band è praticamente un’ottima band. C’è spazio per tutti. Si fanno i singoli, che finiscono nei 45 giri. Poi anche degli album, che finiscono sui 33. Copertine stupende, fantasiose, ricche di colori. Arte che avvolge arte. Il rock dilaga, l’hard rock è agli albori. Il progressive è realtà. Non c’è composizione di chitarra-basso-batteria che non si avvalga dell’affiancamento di una valida tastiera. Siamo negli anni 10. Non 1900, ma 2000. Siamo oggi. Troppe band, troppi generi, la maggior parte è uno schifo, i più non sanno cosa suonare. I singoli sono frammenti di impalpabili cose digitali, gli album si misurano in megabyte invece che canzoni o minuti. Le copertine sono roba per social network. Senza speranza? NO. Per i Blood Of The Sun questa decadenza appartiene ad un’altra dimensione. Dimensione che loro ignorano. Si, certo, appartengono a questo millennio, ma loro sono ancora li, nel passato, millennio precedente, quattro decenni fa. Tastiera prettamente anni 70, magari una Hammond B3, la quale non rinuncia ad offrire assoli fantastici. Assoli che spesso sono in frenetico scambio con la validissima chitarra, come nella bellissima “The Snitch”. Eh si, una chitarra massiccia. Una voce perfetta. Basso e batteria che fanno esattamente ciò che devono fare su una canzone rock. Musica, non riempimento di frequenze sonore. Strumenti lasciati liberi alla cattura da parte della percezione dell’ascoltatore. Musica avvolgente. Canzoni potenti.  Uno stoner reso anni 70. Un hard rock anni 70 reso stranamente moderno, una modernità che entra dalla porta di servizio, mai dominante, ma mai assente. Henry Vasquez dei Saint Vitus è la mente che sta dietro questo progetto. Un progetto di riscrittura del passato portato avanti (o indietro…nel tempo?) con determinazione (Siamo al quarto album). Suono estremamente vintage, con una dose di freschezza, ispirata a cose più recenti. Un rigagnolo di acqua fresca che ridona vita ad una terra arsa dal sole, consumata, morente. Melodie dense, riff ricchi di energia. Sono dei “songster” moderni questi Blood Of The Sun. Ed il loro primo album con la Listenable è decisamente un album che bisogna avere. Perché? Nessun vero rocker può veramente vivere senza canzoni come “Good And Evil” o “Can’t Stop My Heart”. Nessuno può respirare senza aver sentito il riff di “Brings Me Down”. Questa tastiera e questa chitarra, messe assieme, danno assuefazione. Questo è tutto. Servono altre ragioni?

(Luca Zakk) Voto: 8/10