(Fog Foundation) Cinque anni fa giunse “The Battle will never end”, la seconda prova del progetto Bloodshed Walhalla: oggi recensisco più che volentieri il terzo full-length di questo progetto che ha dell’incredibile, dato che – per chi non lo sapesse – parliamo di una one-man band (Drakhen si occupa di ogni cosa), di stanza a Matera (non esattamente il centro del mondo metal…), e che si dedica con ammirevole dedizione a un purissimo viking metal dai toni bathoryani. “Thor”, che dura in tutto 71 minuti, alza in modo drastico la posta in gioco rispetto ai due dischi precedenti: brani lunghissimi, di una epicità nordica torrenziale, con melodie incredibilmente maestose… per quello che mi è capitato di ascoltare in giro, l’unico vero album viking del 2017! Dopo “Farewell”, intro affidata ai synth, la titletrack si snoda lenta e solenne, e Drakhen ci racconta la mitologia nordica alternando uno scream leggero a un clean che trovo più efficace. Diciassette minuti dura la mastodontica “Day by Day”, che non forza mai i toni e risulta più vicina al Bathory di “Nordland” che a quello di “Twilight of the Gods”, soprattuto per l’uso delle tastiere; ma il vero capolavoro del disco è “Tyr”, con il suo chilometrico e nobile refrain che subito si memorizza (e si canta). Solenne in massimo grado (soprattutto grazie ai cori) anche “Northwind”, prima che l’accorta outro “Return” (altro titolo bathoryano, ovviamente!) chiuda il platter pressappoco come era iniziato. Per chi ha nostalgia di un genere, di una stagione e di un artista tutti irripetibili, “Thor” è un tuffo nel passato assolutamente da non perdere.

(René Urkus) Voto: 8/10