(Debemur Morti Prod.) Un black metal che non è mai tale, perché sconfina e ampiamente nel post, interpolandosi con andature death metal, doom, blackened, post industrial. L’atmosfera lugubre diventa ossessiva, quando è allucinante diventa infernale. Il sound di Blut Aus Nord è estetico perché tratta i suoni conferendo loro l’aspetto di un boato all’interno di una caverna. C’è un senso di claustrofobia in tutto ciò, ma assieme a qualcosa di sinistro e disturbante. I brani possono essere ipnotici, “Métanoïa” ad esempio, freddi e meccanici, “Revelatio”, epici ma nel verso di una rande melodia ammantata di male, “Chorea Macchaberoum”. Il discorso dell’etichetta e del genere diventa riduttivo con Blut Aus Nord, il ‘sangue del nord’ (questo il significato dal tedesco del nome della band). Una sorta di meditazione forzata, prossima alla deprivazione sensoriale. “Deus Salutis Meæ” diventa un’alterazione dei generi stessi. L’album comunica un certo grado di sperimentazione e avanguardia, come di consueto per Blut Aus Nord, ma al contempo un metal che distorto, manipolato, portato a un livello ben diverso dal normale. L’avanzamento per Vindsval e il collega Taysiah, verso un discorso musicale affinato, aggiunge la massima espressione possibile. Forse l’album più importante di sempre, di certo un’altra tappa di un percorso iniziato tanto tempo fa e che non si è mai esaurito, pur con tante sfaccettature (ascoltate la discografia QUI), come il ciclo degli album “Memoria Vetusta” espressi con puro e classico black metal.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10