(Century Media) Melodici, catchy, drammatici, sporchi e sfacciati. Quarto album per gli svedesi Bombus: potente, dannatamente potente, con un tocco di melodramma apocalittico che rende tutto più intenso, più emozionale, più letale! Un album umano, sincero, diretto, con quelle due voci sferzanti e spudorate, quei riff granitici, quelle melodie irresistibili, quel senso di realtà che descrive senza tante metafore ciò che siamo oggi, proprio noi umani, esseri incomprensibili che pascolano sulla superficie di un pianeta stretto in una morsa di decadenza che loro stessi esseri stanno azionando. Brani freschi, brani intensi, brani curati come nel metal di alti livelli, ma anche sporchi e ribelli come nel grunge più ribelle. “A Ladder – Not A Shovel” è subito convincente perché lascia intravedere infinite potenzialità nella sua impostazione dalle remote origini punk. Fantastica “(You Are All Just) Human Beings”: melodia stupefacente, ritmica letale, linee vocali dannate e crescendo impetuoso. Pungente “Mama”, provocante “It’s All Over”, melodica ma furiosa “In The Shadows”. Rabbia moderna con “We Lost A Lot Of Blood Today”, oscurità profonda con la title track, imprevedibile ed instabile “Two Wolves and One Sheep” prima della conclusiva “Feeling Is Believing”, una specie di manifesto nel nome del sound di questa band efficace, intensa e ad ampissimo raggio! “Vulture Culture” coinvolge: ogni ascolto rivela qualcosa… ma già dal primissimo assaggio la gamma di mazzate sulla schiena che colpiscono l’ascoltatore non sono certamente trascurabili. Melodie brillanti, ritmiche furibonde, registrazione impeccabile e cantato in grado di interpretare l’atmosfera con sublime teatralità. Album moderno, ma classico, feroce ma intelligente! Un album che stimola e non stanca mai!

(Luca Zakk) Voto: 8/10