(Spikerot Records) Passione. Pura passione. Il trio dietro questo progetto al debutto anche se formatosi nel 2018, non ha bisogno di tante presentazioni, infatti nei Bottomless milita Sara dei Messa, qui al basso, assieme a Giorgio e David (chitarra/voce e batteria, rispettivamente) degli Assumption (ed un’altra dozzina di altre band). Se gli Assumption sono meno noti, con il loro death/doom, sicuramente i Messa sono già arrivati ad una certa notorietà, cosa non ovvia per una band che, dopotutto, ha le radici orofonde nel doom. Ed ecco che nonostante le diverse varianti di genere che questi artisti seguono con le rispettive band, tutto torna alle origini, al punto di partenza, alla prima scintilla… con questi Bottomlesss, i quali sono dichiaratamente l’espressione di un amore verso il metallo lento e pesante, il doom per l’appunto, quello intramontabile, quello forgiato da Iommi & Co e reso grandioso da altri nomi epici quali Saint Vitus, Pentagram, Witchfinder General, Candlemass o, tra gli altri, Lord Vicar. Doom puro quindi, niente di diverso dal doom classico se non per un tocco di personalità, dettagli sparsi qua e la che rendono “Bottomless” un gran bel disco doom in mezzo a tantissimi altri dischi doom. Occulta e penetrante “Monastery”, arricchita da un ottimo assolo, riff trascinante con “Centuries Asleep”, brano che evolve con quel senso occulto in stile Lord Vicar e Saint Vitus. Pesante, sabbathiana e catchy la title track, melodica e demoniaca “The Talking Mask”, tetra e lacerante “Ash”. Molta energia e grinta con “Losing Shape”, stupenda “Loveless Reign”, il brano più evocativo, provocante, oscuramente sensuale, curato, stimolante… una piccola perla di grande doom capace di mescolare le varie influenza, quelle provenienti dalla verde Inghilterra fino alla gelida Finlandia. Doom con parentesi molto metal su “Vestige”, rocambolesca la conclusiva “Cradling Obsession”, tuttavia seguita dalla bonus track per l’edizione su CD, “Hell Vacation”, brano melodico, ricco di chitarra solista ed impreziosito da un riff che assorbe e trasporta lontano. Doom. Puro doom. Semplicemente doom. Ma serviva davvero un altro disco di questo genere? Si, serviva davvero, perché i Bottomless non sono una band appena emersa che si autoproclama il nuovo delubro del doom; no, i Bottomless non hanno bisogno di essere i Bottomless come band in cerca di gloria, il loro moniker è un vessillo nel nome del quale i tre artisti si lasciano andare, suonando quel che piace a loro, con immenso piacere e senza alcun condizionamento derivante dalle band principali di appartenenza!

(Luca Zakk) Voto: 8/10