(GROM Records) Questo è black metal, questa è fede assoluta nei confronti di origini remote, di un territorio e tutto ciò che ci circonda. Sulla scia dei fantastici Kanseil, i veneti Brünndl (provenienti dall’area tra le montagne e le valli del fiume Brenta, ovvero il moniker della band in antica lingua germanica) creano un black fiero, diretto, ricco di violenza ma anche di groove, di coinvolgimento ed di una scelta linguistica estremamente autoctona: l’italiano ma soprattutto la lingua cimbra. Questo omonimo debutto è composto da tre quarti d’ora di musica curata, ricercata, con nulla lasciato al caso. Un po’ folk, un po’ epica e molto Gorgoroth nelle parti tirate la opener “La Via della Valsugana”: si evidenzia il growl marcio del cantante, appare il gusto per cambi intelligenti, coinvolgenti che mai saturano l’ascoltatore. Impegnativa “Marckwisenkhalt”: oltre dodici minuti coinvolgenti, sempre a cavallo tra un folk molto legato al paesaggio, alla natura, all’essenza stessa della natura ed un black feroce, furioso ma -in questo caso- concentrato su un mid tempo lacerante ed esaltante, che lascia spazio a parti corali che pongono l’accento proprio sulla componente folkloristica. “Magaan” si evolve tra una violenza efferata ed una strana dimensione che riporta ad inni popolari, ad una adorazione di esseri appartenenti alle foreste o cime innevate. Capolavoro “Sonno e Verena”, un altro pezzo che disperde il sound nel mezzo della fredda Norvegia, ma l’ispirazione delle nostre fiere terre: ritmiche pulsanti, blast beat furiosi, growl selvaggio, cori che echeggiano tra pendii freddi e valli rigogliose. Un album molto ben suonato, accuratamente definito (specialmente i cori e le ottime linee di basso) ma comunque grezzo e graffiante; un debutto che azzera ogni evoluzione culturale e riporta la musica alle radici del significato del black: le tue tradizioni, il rifiuto di falsi credo imposti con il sangue, la tua gente, la tua terra, la tua dimensione terrena. La tua vita. E la tua morte.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10
