copbulletsize(Sliptrick Records) Quell’alone di ostilità e subdola cattiveria che la copertina comunica, la si avverte dopo i primi due brani di “The Apokalypse”. I Bulletsize sono un assalto furioso, l’avvento dell’apocalisse, la bestia prospettata dalle Sacre Scritture. Dei mestieranti dell’annichilimento. Selvaggi e furiosi musicisti che sprigionano ondate di odio, rabbia, repressione, fustigazione. Torturatori. “1000 Deaths” apre l’album e il suo titolo è chiaro negli intenti. Segue “Alone in the Dark”, aperto da un riff che sembra saltare fuori dall’hardcore ed ancorato ad un mid-tempo che va ad addolcire quella sensazione di claustrofobia donata dall’opener, anche per via di una buona e inaspettata apertura melodica finale. “Cassandra” riapre le ostilità, ma con chitarre più strutturate, e il basso non da meno, con un thrash non veloce. “From Ashes” sposta l’asse di nuovo verso il death metal, con ritmiche furiose, variazioni strutturali aspre, ruvide dinamiche: intermezzo solenne e marziale, tastiere, atmosfere vagamente alla Nile e gothic insieme. Un miscuglio inquietante ed affascinante. Via ancora verso canzoni sempre dure, che mostrano muscoli e impeti focosi. Variazioni di forza e di stile, con atti possenti e melodie arroventate da subdola crudeltà. Sembra l’inferno passato in musica “Out of Silence (Wasteland)”. Ma gli esempi spinti, più death metal e meno thrash metal, ma sempre e comunque presente in giro, sono diversi, come la stessa title track e il suo volubile assolo. Tuttavia i Bulletsize sono svedesi, gente che ha una certa linearità e voglia di ricercare melodie e strutture ordinate nel sound e di fatti “The Wishing for the Bullet”  è la canzone più in linea con quelle caratteristiche del metal estremo nazionale. Giostrano assalti feroci e dinamiche progressive o comunque cangianti, altamente dinamiche, furiosamente espressive. Mai troppo ruvidi, anzi mai troppo melodici e pignoli. Sono un giusto compromesso i Bulletsize. Un’arma automatica capace di sparare pallottole di diverso calibro.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10