(Byelebog Productions) In sostanza Varg Vikernes, detto Conte Grishnackh, è ritornato su alcuni pezzi dei primi due album, “Burzum” e “Det Som Engang Var”. Nel marzo 2010, ovvero immediatamente dopo “Belus” e prima di “Fallen”, marzo 2011, Vikernes ritorna ai Grieghallen Studios con Pytten e Davide Bertolini, alla produzione, per reincidere alcuni pezzi che ha detta sua non avevano avuto la giusta resa e riproporle come le aveva realmente pensate nel 1991 e 1992. Un gesto con strategia commerciale? “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, ma in questa sede valutiamo la musica. La struttura dei pezzi non cambia, poche variazioni, di diverso c’è il cantato: uno scream cupo, ben diverso dall’originale. Naturalmente la produzione è sensibilmente migliorata, accentuati i bassi, le chitarre meno scheletriche è più robuste e qualche intro in stile ambient. Questo è quanto. Tuttavia la volontà di rivedere pezzi della propria discografia pare che il Conte Grishnackh voglia estenderla a “Hvis Lyset Tar Oss”, “Filosofem” e “Aske”. Dunque, pensando alla celebre frase citata in precedenza, viene da chiedere se tutta la discografia non è stata presentata o incisa a dovere, se ci sarà un “From the Depths Of Darkness 2”. Attenzione, però c’è da tenere presente le condizioni di come le opere del Conte sono state realizzate: pubblicate sempre in periodi postumi alla realizzazione dei pezzi e con la sua persona, giustamente, in carcere per sedici anni. Forse, in questo caso, il motivo commerciale non è alla base di tutto, del resto nel giro di un anno Vikernes ha inciso due album e si appresta a pubblicare un libro, “Sorcery and Religion in Ancient Scandinavia”. Le raccolte, in genere, le pubblica chi non ha nulla di nuovo o e assente da troppo. Coloro che hanno sempre seguito il guru del black metal troveranno spunti comunque interessanti in “From the Depths Of Darkness”. Personalmente mi sento di consigliarlo.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10