(autoprodotto) Se avete mai guardato la serie TV “Desperate Housewifes”, avrete notato il personaggio Bree Van de Kamp (interpretato dall’attrice Marcia Cross). Bree è ossessiva, compulsiva, maniaca e a tratti psicotica. Esattamente come “Architecture Of Future Tribes” dei debuttanti BVDK (l’acronimo del nome del personaggio, appunto). Musicalmente sono favolosi tanto quanto non chiaramente identificabili. Immaginate del black metal altamente ispirato -a livello ritmico- ai Mysticum (anche qui c’è la drum machine disumana che marca ritmi esagerati). Aggiungente ritmi psichedelici, blast-beats elettronici, un riffing palesemente black metal, divagazioni assurde e geniali con -infine- varie influenze etniche (o multi etniche). Questi sono i BVDK. Sono in tre, sono francesi e di “metal” non hanno assolutamente nulla, esteticamente parlando. La loro idea probabilmente si fonda sullo spingere il black verso direzioni completamente elettroniche con testi (in francese) che parlano di riti vudù dalle origini esotiche, culti deviati e depressioni personali. Crudele “Snatcher”, quelle sfuriate di drum machine fanno venire la pelle d’oca. Suggestiva e malata “Surreptitious Cluster”, con una chitarra schizoide e dei samples quasi sicuramente tratti da “Masked Ball” di Jocelyn Pook (colonna sonora del film “Eyes Wide Shut”). “Nana Buluku” è il brano più etnico e nella frenesia ci sento idee già esplorate dai Solefald, ma qui riviste in chiave molto personale. Ottimo il tremolo dominante su “La Langue Sanglante”. Stupenda la parentesi ambient/corale di “Bahir Dar”, stimolante il mid tempo di “Jericho’s Pride” con la parentesi etnica che mescola strumenti, voci e stati di alterazione mentale. Arpeggi, cori e blast beats con “Dar es Salaam” mentre non c’è c’è pace per gli empi nemmeno con la conclusiva e torturata “Psalm 32”. Diversi. Controcorrente in tutto. Non appartengono a nessun schema, regola, stilema, ambiente o circolo. Se ne fottono, se ne fregano. Prendono il black metal, lo cortocircuitano, lo rendono psico-pop e ci attaccano dietro una drum machine disumana spinta ai limiti della fisica. I BVDK con cinica e fredda intelligenza materializzano isterismo moderno, malattia mentale e l’assurdità umana; sono una generatore di particelle sonore apparentemente disordinate e confuse, ma premeditatamente instabili, detonanti e crudelmente geniali.

(Luca Zakk) Voto: 9/10