(Chaos Records) In questo album come Cadaver Shrine Maurice de Jong, ovvero colui che è noto soprattutto col moniker Gnaw Their Tongues ed altri progetti ancora, è abile a tinteggiare delle atmosfere esageratamente tetre e a tratti anche decadenti. Esistono dei passaggi nei quali l’ambientazione sembra molto prossima a quella udita in cose appunto come Gnaw Their Tongues. Tuttavia sono trasposizioni di quell’universo maledetto e turpe in forma di chitarre e distorsioni di natura death metal. Nei 40’ di “Benighted Desecration” emerge questo aspetto. Torbide le distorsioni e con un minimo di groove, infuso da un basso robusto che pompa una maggiore oscurità in queste cavalcate nelle quali però de Jong non apporta sostanziali momenti importanti. Si, l’ascolto scorre ma attraverso una serie di cose che tra di loro in similitudine. I momenti distintivi sono qualche fraseggio e assoli che tratteggiano linee melodiche marcate. Come avviene in “Dragged Away”, la composizione più dinamica dell’album. Intendere questo progetto Cadaver Shrine come del death metal è riduttivo, chi ha dimestichezza con i lavori del multistumentista olandese avvertirà un’assonanza, un modo di suonare che si avvicina a quel creare dimensioni sonore oscure, distorte, folli. La scorsa estate de Jong aveva pubblicato col nome di The Sombre l’album “Monuments of Grief”, QUI recensito, che per quanto toccasse le corde giuste del decadentismo doom-death metal è comunque legato a cliché tipici. “Benighted Desecration” ha un carattere che in sé è oltre il death metal, infatti sono rintracciabili elementi doom e d’atmosfera, inoltre è fabbricato con uno stile monolitico ed è questo il punto, è l’atmosfera che grava in esso a destare attenzione più che gli stessi elementi che la formano.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10