(Sleaszy Rider Records) Il progetto solista di Carl Canedy, primo batterista dei Manowar e attualmente in forza ai The Rods, aveva già fruttato diversi anni fa “Headbanger”: in quel caso si trattava però sostanzialmente di una raccolta. “Warrior” è invece un vero disco di inediti con una stabile line-up: il sound è, per motivi scontati, molto diverso da quello del predecessore, e si colloca fra l’heavy metal americano più di cassetta e l’hard rock più grintoso. “Do it now” è un buon inizio: sguaiata, pulsante, con suoni anche più moderni di quanto non ci si aspetterebbe (soprattutto per le chitarre). Più classica, sempre arrembante “Lies”, che può forse ricordare l’ultimo Ross the Boss, quello meno epico e più vicino alle sonorità us metal stradaiole; la titletrack, al netto di un momento strumentale hard rock con tanto di tastiere, ha sonorità stentoree che possono anche ricordare i Manowar di “Louder than Hell”. Sfiora il power “In this Sign”, con un refrain ben spedito; alla fine del disco i suoni si alleggeriscono, prima con il brio hard rock di “Out for the Blood”, e poi con l’oggettivamente impresentabile “Attia”, che fa il verso al teenage rock (vi giuro!). Certo, nulla di memorabile, ma tre quarti d’ora caciaroni e alcolici Carl Canedy sa farveli passare!

(René Urkus) Voto: 7/10