(Karisma Records) Amo questa connessione stabile tra due paesi non solo geograficamente lontani, ma diametralmente opposti, per etnie, territorio, pensiero, usanze, atteggiamento e pure lingua. Eppure quel linguaggio universale, quello della musica, unisce, connette, genera patti duraturi, come quello tra la norvegese Dark Essence e i brasiliani Caravela Escarlate, un legame che giunge al secondo album (qui la recensione del precedente), il primo ad uscire fin dal principio sotto l’ala protettiva dell’etichetta. La connessione delle due entità è tutt’altro che casuale o abbozzata, visto che sotto c’è un immenso prog, quello intenso, quello devoto a tempi ormai lontani, anche se vividi, presenti, intramontabili, un prog deliziosamente settantiano, dominato da grandiose linee di basso, da seducenti organi e da tastiere che materializzano un universo sonoro unico, irraggiungibile, meravigliosamente ispirato alla scuola inglese e a quella italiana… qui poi magistralmente mescolato con suggestioni sud americane e misticamente pre colombiane. Tastiere che giocano, che cavalcano, che viaggiano lontano, ribelli, sfacciate, spesso libertine; granitiche ed organiche linee di basso si attorcigliano sulle percezioni dell’ascoltatore, annientando le onde sonore, attraendo, provocando, seducendo… mentre un drumming creativo, poetico, ricco di dettagli jazz completa questo tanto semplice quanto monumentale scenario sonoro. Dai brani con quelle linee vocali delicate, quasi eteree e rigorosamente in lingua madre, fino alle tracce strumentali che demoliscono ogni inibizione, scavando e scoprendo segreti sonori impensabili, capaci di scolpire l’etere generando una scultura maestosa. Prog intelligente, ispirato, che respira storia: civiltà antiche, epoche andate, imperi caduti… il tutto davanti ad un iconico simbolo di quel che fu: il Vesuvio in eruzione verso la distruzione di Pompei, raffigurato sulla copertina presa da un dipinto del pittore inglese J.M.W.Turner (1775-1851)… come se “III” con la sua ricchezza di dettagli, volesse essere la colonna sonora dei grandi eventi, dei grandi momenti, della storia umana, delle grandi civiltà… della loro maestosa crescita e del loro rovinoso declino.

(Luca Zakk) Voto: 10/10