(Memento Mori) Rimango piuttosto spiazzato di fronte ad album di questo tipo. Quando si tratta dei miei generi preferiti (thrash e, come in questo caso, death metal), mi ritrovo sempre a dover scindere l’esaltazione dovuta alla riproposizione di un sound che porto nel cuore, dal rendermi conto che questo stile ricalca sotto ogni aspetto sonorità che si erano affermate più di venticinque anni or sono. Va anche detto che i Cardiac Arrest si sono formati una ventina di anni fa, e l’album in esame è il sesto in carriera. Non posso fare a meno di ammirare la coerenza dimostrata dalla band di Chicago, che propone un sound totalmente debitore a bands come Autopsy, Master, Grave e Konkhra. Un mix delle migliori scuole, con un sound che si assesta tra quella statunitense e quella scandinava. Un sound consolidato e per nulla originale, ma proposto con una ferocia ed una perizia che consentirà agli amanti del genere di gioire. Un lavoro decisamente superiore alle precedenti release della band stessa, che ora ha imparato ad approcciarsi alle composizioni in maniera più matura, senza per questo perdere un grammo di aggressività.

(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10