(autoproduzione) Dopo un album nel 2016 intitolato “Amaryllis”, che per resa e vendite la band ha voluto ristampare e rimasterizzare, offrendo anche una copertina rivisitata, due anni dopo – si ascoltino pure QUI e QUI – i Catchlight si prestano a un nuovo full length per sviluppare il proprio prog che pesca dal rock e parzialmente dal metal. La band spicca soprattutto per le atmosfere, il mood che ogni canzone è tale da manifestare. “Hemera” è la lunga e coinvolgente, perché epica, opener che porta l’ascoltatore direttamente a “Extinction”, la quale manifesta da subito una costruzione e dunque un colore della band molto articolato e non da meno raffinato, pur con un’assonanza verso i Porcupine Tree. Ci sono giochi psichedelici in questo pezzo, leggeri, esili, ma ci sono e si ritrovano poi anche altrove nell’album. “Helios – Part One” ha un lungo sviluppo, con canzoni costruite perché elaborano atmosfere, umori, si allungano nel tempo e creano stati d’animo nell’ascoltatore. Il bilanciarsi tra rock e metal, con il primo a farla da padrone, la band crea sviluppi nei propri brani. Si potrebbe affermare che i musicisti originari di Lione e Grenoble, lavorano con momenti più duri ed altri, molti, che lo sono meno. È questo un modo di suonare che aumenta quell’atmosfera generale del quale “Helios – Part One” è costituito. Sono musicisti che tra momenti prog e psichedelici, altri generalmente rock e controbilanciati da improvvise sortite metal, riescono a creare un clima mutevole e dare un’impronta ben precisa e marcata in ogni composizione. Essendo una band prog, Catchlight suonano pezzi anche dal minutaggio sostenuto, senza appesantire però la resa definitiva. Melodie docili, andanti, spesso accorate, con un carattere generale sempre serio, mesto.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10