(Selfmadegod Records) Death-grindcore rozzo, sporco, lurido. Come potrebbe non essere così visto il nome di questi individui di Denver. “Southwest Doom Violence” racchiude sedici pezzi e una intro, il tutto suona sulla falsa riga dei Napalm Death, dei Repulsion e del death metal vecchio stile. C’è qualcosa di loro che ricorda anche i Carnage, ma nell’insieme è quel sound appunto vecchio stampo, di conseguenza i rimandi potrebbero essere diversi. La materia di questa musica è spietata, selvaggia, cattiva; un continuo pestare, un continuo sferragliare delle sei corde di Jeff Montoya, le quali sembrano un continuo massacrare. La qualità audio dei pezzi non è poi delle migliori, ma a cosa serve patinare il tutto se ti spingi ai limiti del grindcore? Il tutto avviene in canzoni che durano tra i 42″ (“Hypercaine”), 51″ (“Conspiracy Control”) e i 2′. Si spingono anche a oltre i 4′ i Catheter, con “In This Moment” in cui adorano giocare con i tempi, le velocità. Un totale di 28′ di pura brutalità e di estremismo sonoro assoluto. Dunque, musica senza compromessi. e forse musica per pochi. Tre album negli ultimi 10 anni per i Catheter, gli unici pubblicati. Poi dalla fine degli anni ’90 ad oggi quintalate di split. Perché perdersi una mazzata del genere?

(Alberto Vitale) Voto: 7/10