(Trollzorn Records) Pescando come di consueto dalla mitologia irlandese, dopo aver descritto le vicende del re Nuada i Celtachor si lanciano in una narrazione della giovinezza di Finn dei Fianna: il loro terzo album non cambia molto sotto il profilo musicale (forse c’è soltanto una maggiore presenza del violino), ma si fa certamente apprezzare in ambito celtic metal. I sette minuti dell’iniziale “Sons of Morna” spingono maggiormente sul black, pur in presenza di alcuni squarci folk, mentre i nove di “Tuiren” creano una fiera atmosfera pagana, soprattutto grazie all’intro e all’intenso finale. La band non si è mai risparmiata in relazione alle ballad acustiche, e dunque ce n’è una, “The Search for Sadbh”, anche in questo disco; da segnalare anche l’intermezzo di puro e nostalgico folk “Great Ships come over the Shores”. Epica e stentorea, verso la fine della scaletta, “Cauldron of Plenty”, per un disco che magari non resterà negli annali, ma fa sicuramente la sua figura. E complimenti per la cover!

(René Urkus) Voto: 7/10