copceltachor(Trollzorn) Sono passati oltre due anni dal debut (QUI recensito), e i Celtachor ritornano sul mercato con un altro disco di pagan celtico profondamente legato ai temi della mitologia irlandese. Le vicende del leggendario sovrano Nuada, che hanno ispirato fra gli altri i greci Airged l’Ahm, sono qui narrate con attenzione quasi filologica: dopo aver perso in battaglia un braccio, che fu sostituito da una protesi d’argento, Nuada guida comunque i Tuatha de Danann alla conquista della maggior parte dell’Irlanda. “Arrival of the Tuatha” ha un primo minuto e mezzo marziale ed evocativo, poi il tutto sfocia in un pagan scurissimo, dove gli elementi celtici (come nei Suidakra) non sono una rottura giocosa, ma contribuiscono a rendere monolitico il sound. Guerriera “The mighty Sreng”, dedicata al re dei Fir Bolg, avversari dei Tuatha; “King Echoaid’s Fall” veleggia su territori black per gran parte della sua durata, ma poi ti spara una chiusa epica che non si dimentica. La titletrack è ancora più possente e oscura, tanto che siamo ormai oltre i Suidakra, dalle parti dei Kampfar o dei Thyrfing. Devastante, per durezza e monoliticità, la coda strumentale di “Second Battle of Magh Tuireadh”, che mi ha revocato i Forefather; la tensione si scarica con “Uaithne: the Dagda’s Harp”, epic pagan quasi nella direzione dei primi Eluveitie. Ci sono notevoli progressi rispetto al debut e vanno riconosciuti chiaramente.

(René Urkus) Voto: 7,5/10