copcentinex16(Agonia Rec.) Originari degli anni 90 e in vita fino al nuovo millennio, quando poi nel 2006 tutto si fermò, i Centinex hanno poi avuto una seconda vita nel 2014 attraverso l’album “Redeeming Filth” e una line up rinnovata. “Doomsday Rituals” è il secondo album dopo la rinascita, strutturato soprattutto su tempi medi e alcune andature lente. Riff ben quadrati, puliti, ordinati, marce cariche di odio ma intrise di una certa solennità. “Doomsday Rituals” è certamente un tuffo in alcune cose del death degli anni ’90, in particolare gli Hypocrisy, ma non di meno incline alla lezione dei Bolt Thrower, come testimonia in modo palese “Generation of Flies”. Album tutto sommato gradevole, ma non di certo dirompente, niente insomma che sovverta l’odine delle cose, in quanto di ordinarietà in questo lavoro se ne trova abbastanza. Il death metal degli svedesi è solido, possiede le tipiche distorsioni di quella scuola, eppure non sembra mai essere veramente graffiante o ispirare quel senso di morte e decomposizione. Al contempo però va riconosciuto al batterista Kenneth Englund e al bassista Martin Shulman, due elementi della formazione originaria, che “Doomsday Rituals” risulta fruibile da subito, sin dal primo ascolto. Scuola svedese, ma anche cadenze statunitensi, approntate dalle chitarre di Sverker Widgren (Demonical e Diabolical). A completare la formazione è la voce di Alexander Högbom (October Tide e Spasmodic). Francamente, ripeto, un album piuttosto regolare, privo di sbavature ma con poche punte di stile. Il fatto di usare tempi medi e lenti, implica una certa monotonia, ma al contempo una maggiore presa dei pezzi. Mancano solo quei sussulti decisivi, ma “Doomsday Rituals” attraverso la propria immediatezza trova un suo legittimo motivo di esistenza.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10