(Black Lion Records) I Centinex sono poco ispirati. La death metal band nata nel 1990 a volte ci ha consegnato lavori inaspettati, mostrando influenze o scelte stilistiche diverse dal suo solito. I Centinex sono stati anche questo, cioè cambiare le carte in tavola, per convenienza o convinzione. “With Guts and Glory” segna un ritorno per la band, il cui ultimo album “Death in Pieces” risale a cinque anni fa, la quale si dimostra ben disposta a far coesistere in nove pezzi sia il d-beat che i Motörhead, il death and roll, gli Slayer e dunque il thrash ruvido. Tutto ciò è una vera infornata di cose che sulla distanza però non offre sussulti significativi. Tra i tre e i quattro minuti di durata, la band sigla una sequenza di pezzi poco identificativi verso qualcosa di specifico. “Gods Of Guilt” ricorda parzialmente “Orgasmatron” dei Motörhead, ma non è la sola canzone a farlo, per esempio “Symphony Of Screams” è una canzone ruggente con un riff granitico e non lontano dal Lemmy di un tempo. La band passa dal punk di “A Masterpiece In Flesh” al death old school teutone di “In My Dreams”. Martin Schulman, unico membro originario in formazione, e gli altri, avanzano avvolti da una patina di ordine e pulizia in maniera monotona. “With Guts and Glory” ha poco dei Centinex, risulta un album sia derivativo che piatto. Forse un EP avrebbe rispettato la tradizione, la purezza stessa di questa band che di capriole di stile audaci ne ha fatte e facendo divertire chi li ascolta.

(Alberto Vitale) Voto: 5/10