(Lavadome) Questo album è un massacro totale, una furia devastatrice. Dirompente, violento ma suonato con estrema fluidità. Death metal nella migliore tradizione e che risente anche di alcune manovre stilistiche più attuali, come gli impasti sonori dei Behemoth; tuttavia i pezzi sembrano risentire maggiormente dei Morbid Angel, ripresi nella loro capacità di creare melodie torbide, ma estremizzandole come delle tempeste in stile Krisiun. “The Abrogation” è in sostanza il death metal per come dovrebbe essere: estremo, pesante, violento e con sfaccettature tecniche e cristalline ma inquietanti. Il tutto è circondato da una stupenda copertina realizzata dall’italiano Paolo Girardi. La title track cala con un impeto indescrivibile, attraverso l’esecuzione degli strumenti a velocità folli. Le chitarre sono di Matt Barnes (dei Monstrosity) e vengono seguite dal basso di Cam Pinkerton e la base sulla quale si evolvono le melodie sono le ritmiche di Gary White (Spinecast). Strumentisti infernali, posseduti dalle fiamme dell’inferno che gli scorre nelle vene e nell’ugola di Chris White. L’eccellente “Pazuzu Eternal”, canzone intrisa di melodie feroci, “Phalanx (The Tip of the Spear)”, canzone dai riffs estremi e i ritmi allucinati che marcano il passo di legioni demoniache, la lurida e maligna “Hammer of Infidel” e l’estrema e tenebrosa “The Exterminati” sono alcuni dei momenti più spaventosi di “The Abrogation”, ma ai Chaos Inception non c’è da rimproverargli qualche canzone meno riuscita. Loro hanno scoperchiato un pozzo che va nel cuore dell’inferno, liberando mostruose entità violente veicolate nei loro pentagrammi mortali. Questo secondo capitolo della band è stato inciso nell’inverno del 2011 in Alabama, lo stato dal quale provengono, con Lance Writght ed è stato masterizzato da Brian Elliot, i quali hanno realizzato un lavoro eccellente, senza trascurare alcun elemento di questo ciclone inarrestabile. “The Abrogation” spinge all’estremo limite il death metal, lo suona con ricchezza di particolari insieme ad una forza spaventosa insieme, riprendendo sottotraccia melodie, riffs e stili delle grandi divinità del genere, ma solo attraverso un proprio istinto feroce.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10