digiclick(autoprodotto) Dopo un attivo 2015 (due release ed uno split) inizia il 2016 della one man band italiana Chiral. Un EP, poco più di venti minuti e tanta melodia espressa con passione, energia ed intensità emotiva. Questa volta c’è autoproduzione, un concetto non commerciale ma sicuramente pensato per dare libertà creativa e permettere l’espressione di certi aspetti underground estremamente efficaci nel black metal ed i suoi derivati (post e atmosferico). Quattro tracce strumentali, quattro tracce strane, a cavallo tra il bootleg da studio e la produzione impegnata. Apre “Sage Moon” (cover dei Woman Is The Earth), un black metal a tratti depressivo, a tratti epico e trionfale con un fantastico abuso di tremolo sparso su tutta l’estesa durata di un brano molto coinvolgente, il quale, rispetto all’originale suona più cristallino, più melodico. Segue “Now Her Weeping (Soil’s Heritage I)”… e qui cambia tutto, per molteplici ragioni; brano basato su chitarra classica, suonata molto bene, ma anche … a tratti… in modo approssimativo, quasi stonata, si percepiscono degli errori (quel concetto da bootleg in studio che anticipavo) i quali -però- non guastano, non rovinano… anzi, attirano l’attenzione e conducono nell’abbandono dell’accompagnamento che avvolge la traccia. La seguente “Nowhere The Kingdom Fell (Soil’s Heritage II)”, come il titolo suggerisce, continua con lo stesso concetto, sempre con la chitarra classica, solo che le cose si intensificano grazie ad un soffuso -ma emozionante- Mellotron e all’impostazione marcatamente folk, sia delle melodie che delle minimali percussioni. Si torna a suoni ruvidi con la conclusiva “Whiteness (The Snow & The Borrowed Light)”: torna il black, questa volta più atmosferico, vagamente ispirato ad act come Lustre, con alcune interessanti divagazioni vagamente sinfoniche. EP coinvolgente: richiede un ascolto attento: Vuole, anzi, esige attenzione. Musica creata con una vasta gamma di sentimenti che pretende passione nell’ascolto, un completo abbandono necessario per intensificare il range di percezioni costantemente stimolate dall’arte di questo artista enigmatico.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10