copccornell15(Universal Music) Chi è il vincente della scena grunge? Chi è colui che è andato oltre le maledizioni, le morti, ma soprattutto al di là del dimenticatoio? Dimensione orribile che spesso risucchia indiscriminatamente musicisti di ogni sorta? Chris Cornell, si. Dopo la reunion dei Soundgarden e a quella sperata (si è dichiarato favorevole) degli Audioslave, eccolo piazzare sul mercato un nuovo album solista. Come sempre multiforme e variegato. Un rock dolce e un po’ da cantautore che offre qualche pezzo da presa immediata e di buona fattura, come “Nearly Forgot My Broken Heart”. Francamente però appare anche noioso con un parco di canzoni di stampo elegiaco e un tantino folk o contry, come “Let Your Eyes Wander”, “Dead Wishes” o “Worrie Moon”, oppure “Through the Window”, roba buona per radio americane di provincia. Anche “Josephine” sembra incedere in questa epopea musicale tanto americana, pur essendo melensa al punto giusto. Qualcosa di vagamente insolito, grazie alla title track che riporta un modo di cantare tipico di Cornell, su un manto musicale che ha discendenza dallo stagionato britpop. Ci sono un po’ di cose in questo album, ma l’impressione è che Cornell abbia puntato maggiormente sulla propria voce, ottima cosa, e su un parco testi accompagnato da un tessuto musicale semplice e tradizionale. Un album cantautoriale, con un suo valore di sicuro, ma che rischia di essere apprezzato oltre a stretti fedelissimi, in particolare da chi questo tipo di produzioni le apprezza a prescindere. Roba di nicchia?

(Alberto Vitale) Voto: 7/10