copChronosZero(Scarlet Records) Secondo album per gli Italiani Chronos Zero, autori di un prog metal ricco di energia, potenza, cattiveria, esaltato dalla doppia voce, ovvero un growl/clean maschile feroce ed una voce femminile molto coinvolgente e ricca di effetto… nonché new entry e membro stabile della line up. A livello stilistico ci ritroviamo, almeno musicalmente, in territori molto vicini ai Symphony X, anche se un confronto diretto risulterebbe poco utile visto che i Chronos Zero sfruttano intensamente sia l’ampiezza vocale a disposizione che gli skill del master mind Enrico (chitarra e tastiere), arrivando ad invadere territori prettamente symphonic, decisamente death (o black?), passando per palesi cenni di virtuoso. La componente vocale viene inoltre amplificata dai guests, tra i quali il singer dei Love.Might.Kill e quello dei Borealis. Il disco continua il concept della saga epica iniziata con debutto e non c’è un solo istante nel quale l’ascoltatore non venga immerso in un viaggio fantastico, in un flusso di emozioni ed eventi di assurda ed intensa resa teatrale e cinematografica. Un disco che non è assolutamente possibile dividere in canzoni, anche se -ovviamente- è esso stesso frazionato in (ben) quattordici tracce (le quali coprono un’ora e dieci di musica di altissimo livello). “Hollowlands…” va ascoltato tutto assieme. Senza pause. Con attenzione e concentrazione. Come un film d’autore: non lo puoi guardare mentre fai altre cose, ti devi sedere davanti allo schermo, con le luci soffuse, abbandonandoti al flusso di eventi, al susseguirsi delle scene, al filo narrativo. Ed è questo proprio il valore aggiunto dell’album: non sono solo le singole canzoni a proporre momenti più o meno coinvolgenti, sviluppi tecnici più o meno complessi, sezioni ritmiche più o meno contorte. Qui la differenza sta proprio nell’insieme, nel cambio tra un tema e l’altro, nella continuità stilistica di ogni pezzo rispetto al precedente e in vista del successivo, nella globalità dell’assalto sonoro e scenografico. “Hollowlands – The Tears Path Chapter One” si distingue, emerge e risplende di una luce propria; È un labirinto di emozioni e suoni, di voci, di melodie, di arrangiamenti magnificamente contorti, di palesi dimostrazioni di superiorità tecnica e predominio compositivo.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10