(Autoproduzione) Il secondo e precedente album dei Cipher, il cui titolo è “Chaos Sign”, è del 2009 e seguì di sei anni “Epidemia”, il primo album. Sono dunque trascorsi sei anni tra i due e adesso otto per “Deviance” che annuncia un death metal dalle spiccate melodie, le quali risuonano di qualche soluzione scandinava e al contempo di un più generale death di stampo europeo dei primi anni ’90. Alcune atmosfere ricordano infatti God Dethroned, Rotting Christ e Samael. L’old style presente nelle canzoni è legato a riff delle chitarre e partiture della batteria che si accostano al thrash metal. Melodie armate di un’epica memorabile, ma essenzialmente immediate e anche nei momenti dall’impatto pesante o nei passaggi scanditi. In generale tutte le canzoni sembrano ben funzionare – fatevene un’idea QUI -, anche se in fase di arrangiamento, nonostante le buone qualità dei singoli, una limatura e rifiniture più profonde, potrebbero elevare ancora di più lo stato di qualità generale. “Deviance” dà l’impressione di essere suonato quasi in presa diretta, perché i francesi dimostrano di suonare senza gonfiare i suoni e al contempo con qualcosa di concreto evitando innumerevoli variazioni per poi arrivare a nulla. Se i Cipher si sono da sempre concessi un grosso margine di tempo tra i vari album, vuol dire che hanno ben concepito la propria musica. Apprezzabili gli assoli delle sei corde, gli scatti ritmici che vedono la batteria accompagnare il riffing o sfidarlo con soluzioni che si staccano dall’andatura delle sei corde. “Deviance” è segnato dal tempo e presenta uno stile proprio e ben inquadrato. Anche la scelta del proprio idioma nazionale per i testi è un ulteriore tratto distintivo.

sito della band

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10