(Southern Lord) Il mio incubo finlandese, Jussi Lehtisalo, torna con i suoi Circle, non più Falcon, non più Ex-Circle e nemmeno Ex-Falcon. Non torna con il death metal, non torna con la musica elettronica, non torna con il prestito del moniker (almeno credo, la garanzia non c’è). Ogni release di questo eclettico ed assurdo progetto è una sorpresa, perché il genere è sempre diverso, perché il moniker cambia, perché la band può essere la stessa oppure avere una line up (temporanea) completamente diversa. “Terminal” non è death e nemmeno elettronico. Ma la stranezza non manca. Quasi tre quarti d’ora (con una canzone di 13 minuti!) lontani da schemi fissi… lontani anche dagli schemi sballati dei Circle stessi. Francamente fatico definire il genere… visto che dentro c’è di tutto. Prendiamo la opener (quella da 13 minuti!) “Rakkautta Al Dente”. Il titolo vuol dire qualcosa come “amore al dente”. Nei 13 minuti succede di tutto con una leggerezza progressiva sconvolgente: si parte con un riff heavy, di matrice death, ma tranquillo e sereno, tanto da risultare etnico con ispirazioni orientali. Deaht? Ecco il growl. E pure lo scream. Un death che esplode in un prog, vagamente psichedelico, melodico, con assoli soft superbi. La title track torna su un rock d’annata, hawkdinano, progressivo, inquietante e travolgente. Il rock hawkdinano c’è anche su “Saxo”, ma con voce estrema… fino alla svolta nella quale la voce diventa superba, alta, cupa e piena di brillante oscurità. Stupende le dissonanze melodiche! Quasi heavy metal iper tradizionale con “Iperiumi”, quasi rock progressivo ed alternativo con “Kill City”, dove però la voce è cangiante tra il psichedelico ed il fuori di testa. La conclusiva “Sick Child” è di matrice Doors (!), molto sensuale, provocante… ipnotica. Album favoloso. Strano come la pazzia, misterioso come l’oscurità, eccitante come il miglior erotismo. Ma sono i Circle. È una cosa normale… e tutto questo materializza un album semplicemente irresistibile!

(Luca Zakk) Voto: 9/10