(Pure Steel Records) A tre anni da “Who mourns for the Morning Star?”, i Cloven Hoof si ripresentano sul mercato con il loro ottavo disco in studio: la NWOBHM delle origini è sempre più lontana, e il sound è ora sempre potente, spesso in pieno territorio power metal, talora con un uso massiccio di tastiere. Us metal tirato, ma melodico, e ottimamente interpretato da George Call per la opener “Bathory”, dotata di un riff convincente; echi di NWOBHM ‘powerizzata’ nella scatenata “Alderley Edge”, dove trascina la seconda parte in velocità.. anche se, quantomeno per la parte iniziale, siamo ben oltre le somiglianze con “Seventh Son of a seventh Son”. “Apathy” è praticamente hard rock, il singolo “Touch the Rainbow” squilla invece di una melodia quasi zuccherina. Epica, a tratti pomposa “Ascension”; “Judas” è assolutamente elementare nella struttura, ma l’esito è energico… forse poco adatto l’hammond sulla titletrack, posta in chiusura. Un disco poco adatto ai vecchi fans della band, ma sufficientemente stentoreo e vigoroso per chi vorrà ascoltarlo senza preclusioni.

(René Urkus) Voto: 7/10