(Satanath Records) Ma io vorrei proprio sapere come fa questa etichetta a scovare certe realtà musicali! Questi ragazzoni sono al secondo album in quasi quindici anni di attività, ma per quanto mi riguarda potrebbero pure fare a meno di sfornare album. Per me infatti queste sono band da vedere dal vivo, lì dove il death-thrash primordiale e feroce può rendere al meglio in termini di potenza e coinvolgimento. Non troverete nulla di nuovo o che non sia già stato scritto in quest’opera, ma il genere è di quelli immortali, di quelli che ti ricordi per averti aperto le porte alla musica estrema con il suo accattivante riff da pogo e la cattiveria da musica nera. Aggiungeteci solo un po’ di tastiere per rendere il tutto più enfatico e atmosferico ed ecco la formula perfetta per un album ruffiano e garantista, dove viene dato esattamente ciò che si chiede. I riff, gli assoli, i suoni, le metriche… tutto è congelato agli anni novanta quando al genere è stato permesso di imperversare nella scena musicale. Ora appunto le cose sono cambiate, non c’è più posto per queste produzioni dirette e scarne, sincere e ‘di pancia’. No, non c’è posto, se non nel cuore degli appassionati che vanno a formare la vecchia guardia o lo stage. E la sede live è dove queste due entità guarda caso convergono. Quindi, non comprate questo cd, andate a vedere il gruppo dal vivo ed evitate qualsiasi altro surrogato, per quanto edulcorato sia…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10