(Street Symphonies Records) Sono passati un po’ di anni da quando venni a conoscenza di questi sleazers svedesi e sono passati un po’ di anni anche dal loro debutto “Jail” del 2014 (qui). Durante queste dozzine di mesi trascorsi troppo velocemente, questa band di strada ne ha fatta: una infinità di concerti, cambi di etichetta, un’intensa maturazione stilistica e pure qualche ovvia variazione nei ranghi. Tutto normale, è la gavetta: fai un disco, lo suoni in giro, cresci, firmi, ne fai un altro… ma “Burn ‘Em All” va ben oltre ciò che ci si può aspettare da una band come i Confess! “Burn ‘Em All” non cambia direzione, ma la intensifica, punta allo stesso bersaglio ma facendo fuoco con proiettili di maggior calibro, si scatena rivelando di essere più sleazy che mai, sempre più incazzato, deliziosamente più street… anche sporco e antipatico ma decisamente più melodico, più coinvolgente, accattivante, molto ben suonato… tutti dettagli poi esaltanti dall’ottima qualità del reparto registrazione/mix! Frettolosa e punkeggiante la opener, e se questo facesse alzare qualche dubbioso sopracciglio allora il titolo, “So What?”, risponde mostrando un dito medio. “Malleus”… ed ecco quello sleaze libidinoso, tagliente, pesante e molto poco rilassante. Stupenda “Welcome Insanity”: linee di basso pulsanti ed avvolgenti supportano una mid tempo sensuale, ottantiana, con un ritornello poderoso, un cambio atmosferico suggestivo che anticipa una assolo che è uno sfogo, una lieta accettazione di una condizione mentale ormai fuori controllo. Oscura, pesante e molto poco educata “A Beautiful Mind”. Pulsante, con un’ottima chitarra ed un drumming incalzante “Heresy”, mentre la title track è furia fuori controllo, tanto che i Confess escono da qualsivoglia ipotetica safe-area e girovagano senza meta tra sleaze, metal, speed e pure thrash! I ragazzi provano ad essere dolci con “Is It Love”… magari ci riescono, ma è palese che con la mano regalono un fiore mentre lo sguardo è quello di un demone. L’inizio divertente di “My Vicious Way” rivela una canzone scatenata, piena di chitarre, di basso, un brano che prende dettagli pop ottantiani e li sbatte dentro un frullatore, per poi servirli con dolcezza ed armonia tentatrice. Rocambolesca “509”, micidiale “Prominence” con qualche strizzata d’occhio agli Skid Row, mentre la conclusiva One For The Road” è quasi un inno trionfale pregno di melodia, progressione e tantissimo groove! Un album che rappresenta perfettamente l’atteggiamento ribelle del quintetto svedese, senza tuttavia suonare troppo giovane o troppo impulsivo. Attenzione, i Confess sono e restano degli animali rabbiosi: come i primi Crüe, Skid Row e, perché no, Guns’n’Roses… sono una specie di gang contro la quale proprio è meglio non venire alle mani, ma c’è una cinica intelligenza in questi brani: sono spontanei ma meditati, ti prendono a pugni in faccia ma con crudele pianificazione. “Burn ‘Em All” è un arma futuristica e molto ben costruita che continua a fare con estrema violenza quello che ogni arma ha sempre fatto dall’alba dei tempi: uccidere senza risparmiare teatrali spargimenti di sangue!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10