(Unorthodox Emanations) Terzo album per Convulsing, one man band creata dal poli strumentista australiano Brendan Sloan, noto anche per essere la mente dietro agli Altars, formazione che ho avuto modo di ascoltare e recensire un paio di anni fa in occasione dell’uscita dell’album “Ascetic Reflection” (recensione qui), capace di coniugare un’attitudine old school con il death tecnico e dissonante di Gorguts ed Ulcerate. Il progetto Convulsing rappresenta in un certo modo l’altra faccia degli Altars, nel senso che qui è il lato dissonante e progressivo a prevalere, grazie a composizioni decisamente articolate, che necessitano svariati e attenti ascolti prima di venire assimilati. Un ascolto sommario e distratto non consentirebbe infatti di venire a capo di un lavoro apparentemente caotico, ricco di improvvisi cambi di tempo e d’atmosfera, eppure ogni singolo passaggio si rivela essere l’incastro perfetto per quello successivo, il quale può essere ancora più intricato oppure sorprendentemente armonico e dettato di insospettabili melodie, come nel caso della lunghissima “Endurance”, dove fanno capolino progressioni decisamente catchy, intermezzi con clean guitars e passaggi quasi jazz. Non mancano episodi meno intricati e più classicamente death metal, e da questo punto di vista “Flayed” è una mazzata di rara violenza. Un disco moderno ed estremamente tecnico, senza che questa grande padronanza strumentale sfoci mai nell’onanismo fine a se stesso, grazie ad una base death metal solida e muscolare.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10