(Century Media / Sony Music) Il ritorno dei Coroner era qualcosa di auspicabile da diversi anni. Il trio svizzero che si fermò nel 1996, nel 2010 ritorna a esibirsi dal vivo, con l’ultimo album pubblicato dal titolo “Grin” nel 1993. Tommy Baron e Ron Royce reclutano nel 2014 Diego Rapacchiotti a sostituzione di Marquis Marky, un membro tra l’altro. I Coroner sono stati il thrash metal senza i funambolismi americani e la tetra atmosfera teutonica del genere. I zurighesi sono stati un autentico prototipo di thrash metal tecnico, prog nella sua forma, e tra i primi in questo senso. Nel loro secondo demo vi ha cantato come ospite Tom G. Warrior dei Celtic Frost, guarda caso la stessa band per la quale prestarono servizio come roadie per un tour Baron e Marky. “Dissonance Theory” ci mette da subito di fronte al tipico sound Coroner, con quelle atmosfere a tratti malinconiche e a volte quasi futuristiche, a causa di quel suonare preciso, pulito, scandito nel verso di una sequenza articolata ma dove ogni parte è consequenziale alla precedente. Pulito, asciutto ma valido il picchiare di Diego Rapacchiotti, noto per i suoi lavori con 69 Chambers e non solo. “Dissonance Theory” è di per sé un album limato, curato, capace di mostrare momenti robusti e non da meno in fasi quasi contemplative. I Coroner non entrano da subito nella testa, se non a momenti sparsi. “Dissonance Theory” ha bisogno di essere capito in certe sue parti, ma ciò che si reputa positivo è che questo album suona davvero come Coroner. Questo non c’è bisogno di capirlo! Tra passaggi tecnici, ispirati, prog e momenti di rottura, poderosi, si ha la sensazione di avere davanti un discorso che è rimasto in sospeso alcuni fa e finalmente proseguito.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10