(Century Media) Ristampa da parte della Century media dei primi tre album dei leggendari Coroner, band che ho sempre considerato come una sorta di Voivod europei. Pur essendo per sonorità differente dallo stile dei canadesi, la formazione elvetica condivide la stessa attitudine a rielaborare l’assalto thrash metal in chiave progressiva, conferendo una caratura tecnica e stravolgendone le sonorità, rimanendo allo stesso tempo fedele a quell’attitudine devastante insita nel thrash stesso. Il debutto “R.I.P.” è il classico primo album grezzo, rabbioso, dove convivono l’animo selvaggio ed irruento e la voglia d’imporre il proprio stile nonostante la scarsa esperienza. Ci troviamo quindi di fronte a brani istintivi, estremamente veloci e violenti; eppure già tra questi solchi affiora una classe innata, soprattutto per le melodie oblique e le armonizzazioni di Tommy Vetterli (alias Tom T. Baron), capace di assimilare la lezione di Kreator (dei quali farà parte durante il periodo “Outcast” / “Endorama”), Celtic Frost (dei quali era roadie) e della scena thrash d’oltreoceano rielaborando il tutto con grande personalità. Un debutto feroce ma che lascia intravedere immensi margini di crescita per gli album a venire. Il successivo “Punishment For Decadence” segna infatti un gigantesco passo in avanti nel songwriting degli svizzeri, che fanno proprie alcune strutture del tecno thrash (certi passaggi ritmici mi ricordano alcune cose degli Annihilator) rielaborandoli secondo il loro particolare ed inconfondibile stile. Ottima la costruzione del chorus nell’opener “Absorbed”, mentre sono da applausi gli intrecci strumentali di “Arc – Lite”. Ben riuscita la cover di “Purple Haze” di Jimi Hendrix, esperimento che riproporranno coverizzando “I Want You (She’s So Heavy)” dei Beatles nell’album “Mental Vortex”, che personalmente ritengo il loro capolavoro. “No More Color” è il disco della maturità: la matrice thrash è ovviamente presente in maniera estremamente massiccia, ma la struttura dei pezzi si fa decisamente più articolata, con riffs magari meno deflagranti e veloci, ma allo stesso tempo sinuosi ed incisivi, con ampio spazio a soluzioni ritmiche più variegate e la solista di Vetterli che fa la parte del leone. Una band geniale, amata dai thrashers ma che non ha mai raggiunto il successo che avrebbe meritato. Un plauso alla Century Media per aver messo nuovamente in circolazione queste tre autentiche perle di thrash metal colto e brutale allo stesso tempo.

(Matteo Piotto) Voto: S.V.