(Despotz Records) Un’intro palesemente ispirata a Blade Runner ai limiti del plagio introduce al lavoro degli svedesi Corroded, profeti in patria, è il caso di dirlo. Al di là dei notevoli traguardi professionali raggiunti soprattutto in chiave live, devo dire che il quinto album del gruppo non mi ha colpito poi così tanto in termini di originalità. Tracce come “Scream” sono adattissime sui palchi e sembra proprio di ascoltare il classico gruppo che suona all’una del pomeriggio in un festival, con il gravoso compito di dover riscaldare la platea. Quante volte abbiamo sentito gruppi così? In certi casi si sono dischiuse delle sorprese, in altri casi la gente è andata al bancone a ordinarsi da bere. E probabilmente se fosse stato il caso dei Corroded la fila per prendersi una birra sarebbe stata anche lunga. Intendiamoci, questi ragazzi sono affiatati e alcuni riff come quelli di “Cyanide” sono azzeccati, ma non c’è mordente, niente personalità, nulla che possa minimamente stupire l’ascoltatore con qualcosa che non si sia già sentito. Purtroppo la qualità del gruppo non riesce ad andare al di là del già sentito e questo dispiace a fronte di un affiatamento tra i musicisti che si percepisce sin dalle prime note e per la bella voce del cantante.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 6,5/10