copcravenidol(Dark Descent Records) Non è un sound nuovo, bollabile come old style e semplificando ancora di più si parlerebbe di thrash-black metal in stile Venom, Slayer e tutti gli avi del caso per gli inglesi Craven Idol. Forse qualcuno storcerebbe il muso per questa mia opinione, vista la velocità manifestata dagli Inglesi, ma loro mi sembrano una necrotica e sincera manifestazione di un heavy estremizzato, si veloce, ma reso oscuro da un riffing tra un death metal primordiale e contaminato dalle turbe del black metal prima maniera. Ecco perché ho usato il termine “necrotico”, perché i Cravens puzzano di metal estremo del passato. L’avventura di questa band inizia nella metà degli anni 2000 e solo oggi vede nascere un album vero e proprio, dopo una serie di piccole pubblicazioni e dunque un’esistenza nell’undeground. Un sound maturato nel tempo eppure legatissimo a modelli passati, cioè sincero alla propria attitudine d’origine, ma soprattutto ancorato ad un’alterna fusione tra generi e riff, come quelli menzionati in apertura. Trionfa la voce di Vrath, anche chitarrista, oscura, come uno scream flebile e comunque rabbioso e pieno. In evidenza anche la tempesta ritmica di Scourger, un batterista che sembra un vero motore diesel per come si trascina con irruenza e sistematica insistenza nel dimostrarsi uno che predilige colpi furiosi e dannatamente in una successione che tronca il respiro. Sono otto brani letali che insieme formano un uragano senza fine. Devastazione totale e con qualche variazione che sempre si manifesta nei pezzi, evitando così di andare a frantumarsi contro muri compositivi squadrati e impenetrabili. C’è una malsana e sottile voglia di vivacizzare il songwriting eppure l’atmosfera così inquietante e massacrante sembra volerlo nascondere. Qualche ascolto in più e la logica compositiva dei Craven idol si scorge dietro questa letale e infernale sequenza di suoni, i quali piaceranno molto a chi è vincolato a sound retrò, mentre potrebbero apparire scontati chi invece non ha una visione settoriale del balck/death metal.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10