(Emanzipation Productions) Lo swedish death metal sound unito ai principi di stile dei Bolt Thrower, sono il suonare dei Creeping Flesh. La band svedese si presenta con un sound pastoso, chitarre dal timbro della scuola death metal di quel paese, il tutto però incanalato in cavalcate che crescono e procedono inesorabili proprio come i maestri britannici Bolt Thtrower. “…And Then The Bombs Came” è un album di puro death metal, con le sue atmosfere decadenti e a tratti oscure, con il cantato di Robert Karlsson che si palesa in un arso simil-growl. Il batterista Martin Kadhammar non si prodiga in chissà quali esorbitanti evoluzioni, i pattern ritmici sono di puro accompagnamento ma costellati da stacchi improvvisi e fulminanti che a tratti sono dei veri tuoni. La velocità non è una necessità per i Creeping Flesh e questo non lascia rimpianti, in quanto la band si mostra abile nel plasmare atmosfere oppure nel definire melodie intense ed epiche che aleggiano nei momenti più lenti o nei mid-tempo. Al netto delle assonanze con Bolt Thrower, come anche in minima parte degli Asphyx, “…And Then The Bombs Came” è una buona sintesi di stile, tra scuola svedese nonché britannica in fatto di death metal. L’album però pronuncia di fatto una buona serie di pezzi, nove in tutto, che in quarantatré minuti esprime ogni cosa nella maniera migliore. Dopo un EP e un album, “Into the Meat Grinder” del 2019, i Creeping Flesh esibiscono buona qualità e padronanza del death metal anche se sotto il segno di influenze facilmente rintracciabili, ma affatto banali.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10